di VINCENZO SARDIELLO
(Critico d’arte e Sociologo)
Mi sembra che le persone a una a una vadano silenziosamente
cadendo giù dal bordo del mondo sul quale mi trovo io.
Tutti procedono in direzione di quel bordo che da qualche parte deve esserci,
e di colpo spariscono.
(Haruki Murakami – L’uccello che girava le viti del mondo)
La quotidianità, fatta di singoli istanti in cui non accade nulla di speciale, è il terreno di sfida più delicato per un artista. Sia che lo si voglia rendere con le parole, che con un segno pittorico, il quotidiano è qualcosa che sfugge che non si riesce ad afferrare pur nella sua natura molto concreta.
Serena Leo con il suo ultimo ciclo pittorico si concentra proprio su questo, cercando di estrapolare, quasi con un processo maieutico, lo straordinario che è presente in ogni singolo momento della giornata. Ne emergono ritratti differenti in cui compaiono toni lieti, riflessivi, drammatici ma, soprattutto, annoiati.
Ed è proprio la noia che emerge in maniera prepotente, in una altalena costante di sentimenti sospesi tra il rimpianto per un passato che si sarebbe voluto diverso e uno slancio verso il futuro in cui domina l’incertezza.
Quasi come in una fotografia troviamo all’interno di una piccola cornice di luce personaggi reali che con piccoli gesti sembrano volerci raccontare la loro storia, il loro perché. È un attimo, un istante, il buio che li circonda presto li inghiottirà nuovamente.
Non c’è pessimismo, solo consapevolezza dell’ineluttabile meccanismo che trasforma ogni anelito di soggettività nel silenzio assoluto della massa.
Così, tra pudori e ricordi, ci si ritrova come la giovane ragazza dell’opera “Kokeshi” che sembra quasi voler nascondere con pudore i propri occhi dalla sguardo attento del pubblico. Tiene in mano una bambola tradizionale giapponese, la kokeshi appunto, ed i suoi occhi sono fissi su di lei come a cercare un nuovo equilibrio tra la bambina che è stata e la donna che vuole essere.
Ma poi quel desiderio è realmente suo o non è forse l’aspettativa degli altri?
In un continuo rimbalzo tra desideri e delusioni scorre così il tempo e le giornate si tramutano in settimane, mesi ed anni, sino a quando tutto questo non si tramuterà in rimpianto e la speranza in vuota attesa.